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Bando INAIL: una bella opportuntià... ma per chi?

Pubblicato da in Opportunità ·
Tags: IncentiviBandiINAILFondo perduto
Partiamo da un assunto: uno stato che voglia favorire la crescita delle proprie imprese (e quindi del PIL) deve incentivare gli investimenti e la competitività delle aziende. Qualunque operazione in tal senso, dunque, non può che essere vista positivamente, soprattutto se il contributo assume la forma di un finanziamento a fondo perduto che, dunque, rende particolarmente premiante l'intenzione di una impresa di evolvere il proprio modello.
Verrebbe dunque da accogliere positivamente un bando che stanzia quasi 300 milioni di euro(!) per finanziare a fondo perduto(!!) ben il 65%(!!!) dei progetti di spesa in sicurezza(?) di importo complessivo fino a 130.000 euro! (qui la scheda sul sito PMI.it)
Ora, tralasciando tutte le riflessioni (e ce ne sarebbero da fare) sull'opportunità di un contributo di tale portata per investimenti in sicurezza (chiariamo: nulla da eccepire sull'importanza della messa in sicurezza dei lavoratori ma è bene ricordare che questo è un obbligo non un investimento), è sulla modalità di erogazione che ci sarebbe da interrogarsi, tanto più che è la quinta volta che si reitera questa iniziativa.
L'assegnazione, infatti, avviene a sportello, a partire dal click day del 1° marzo fino al 5 maggio: due comodi mesi per definire un bel piano di investimenti che attui un reale miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori. Ottimo, anche perché a quelle cifre i progetti dovranno essere studiati e curati in dettaglio e, inoltre, si può davvero pensare di "svoltare"... Peccato che negli anni scorsi (ed è fatale che sarà così anche stavolta), nella maggior parte delle regioni, il plafond a disposizione si è esaurito in pochi... secondi!! Ebbene sì, pochi istanti dopo l'apertura dei termini, le risorse erano già esaurite (qui, ad esempio, si possono vedere i dati del bando 2013).
Ricapitolando, dunque, il solo criterio con cui si possono riuscire a ricevere oltre 80.000 euro a fondo perduto è avere una connessione a internet ultraveloce e un progetto di investimento in sicurezza già pronto (magari perchè già presentato l'anno prima visto che i criteri sono praticamente rimasti immutati), magari con modelli predefiniti e in fotocopia tra più aziende che, invece di premiare la reale efficacia, finiscono solo con l'erogare soldi a chi per mestiere fa il ricercatore di fonti da "spolpare" e, spesso, sprecare...
E così è probabile che chi davvero voleva investire in sicurezza e salute, rischi di perdere l'opportunità, anche solo per un ritardo di pochi millesimi di secondo, magari a vantaggio di qualcuno che ha solo colto l'occasione di fare soldi facili, probabilmente millantando un piano faraonico che gli servirà invece a finanziare ben altre attività.
Se proprio non era possibile ipotizzare una reale valutazione nel merito, almeno si sarebbe potuto pensare di abbassare la quota a fondo perduto. Probabilmente, ad esempio, portarla al 30% avrebbe sia esteso la platea dei fruitori sia reso la partecipazione circoscritta ad aziende interessate realmente alla sicurezza e non solo ai soldi facili... O forse non era questo il vero obiettivo del bando?



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