Quasi tutte le aziende si proclamano innovative, molte credono realmente di esserlo e qualcuna, probabilmente, lo è davvero.. Ma cosa si intende per innovazione e chi può pensare a giusto avviso, di essere innovativo?
Per lo stato italiano la risposta è semplice.. A parte alcuni requisiti discutibili (non aver distribuito utili.. Perché?? Produzione annua inferiore ai 5mln di euro.. Che c'entra questo con l'innovazione??) la società deve garantire almeno uno tra tre criteri relativi alle spese di ricerca, al personale impiegato o alla titolarità intellettuale.
Per la Treccani, innovazione è “L’atto, l’opera di innovare, cioè di introdurre nuovi sistemi, nuovi ordinamenti, nuovi metodi di produzione e sim.” (cit.)
Sulla carta è tutto semplice o, per meglio dire, banalizzato, ma cosa è realmente innovazione? Un'azienda dotata esclusivamente di postazioni informatizzate, che parla solo con inglesismi (meeting, call conference, debriefing, slot, lunch, ecc.) e, magari, ha pure master e certificazioni di ogni sorta per dirigenti e dipendenti, è per questo innovativa?
Una software house è naturalmente una azienda innovativa? Anche se usa tecnologie obsolete o inefficienti?
Un agricoltore che scopre che cambiando gli orari in cui si irrigano i campi ottiene una produzione maggiore (magari sovvertendo convinzioni e convenzioni sedimentate negli anni) non è più innovativo di chi salva ogni output su un NAS (perché fa figo) ma poi riutilizza sempre le stesse tecniche e gli stessi format di dieci anni prima?
Innovazione non è informatica, non è tecnologia, non è termini inglesi o scelte alla moda! Democrito parlava greco antico eppure era innovativo! Pascal (il matematico, non il linguaggio di programmazione!) viveva in un’epoca senza computer eppure era talmente innovativo che ideò la prima macchina calcolatrice e, difatti, gli hanno persino dedicato il nome di un linguaggio di programmazione!
Innovazione è un processo mentale, un approccio, una filosofia più che uno stato di fatto. È molto più facile riempirsi la bocca autocelebrandosi innovativi che spremersi le meningi per dimostrare di esserlo. Ma, soprattutto, innovativi non lo si è per titolo acquisito ma lo si conferma giorno per giorno, innovando(si), appunto, continuamente, cercando, studiando, approfondendo e… agendo!
Innovare è sbagliare e riprovare, rischiare, investire in conoscenza, in campi inesplorati, mettersi in gioco là dove si è più scoperti, perché la crescita avviene dove il potenziale è ancora inespresso non dove si è raggiunta la massima competenza.
Nel business è precedere il mercato, non seguirlo, ma ci vuole una mente visionaria che pochi hanno (e anche condizioni di contesto che in Italia spesso sono un miraggio), nella produzione è cogliere le opportunità, le metodologie emergenti non perché le usa già questa o quella azienda ma perché sono buone, migliorano i miei processi.. Magari sono l'unico che le usa ma sono perfette per la mia impresa, e tanto mi basta. Ecco, innovare è spesso andare controcorrente, ma solo perché è la strada che ho scelto e in cui credo.
Innovare, infine, è capire che un costo non è mai fine a se stesso ma è un investimento. Il problema, spesso, è che si guarda al risparmio invece che alla qualità della spesa. Chi comprerebbe oggi, un computer degli anni ’90 solo perché gli viene offerto ad un decimo del costo di un portatile con processore i3? Nessuno (almeno spero!!) eppure ogni giorno tante aziende preferiscono risparmiare sui dipendenti (stipendi come gratificazioni o bonus), sulla formazione (o proprio non farla) sulle spese di consulenza, sulla qualità della sede o dei servizi ai propri collaboratori, sulla ricerca, perché così si fanno più utili… Oggi funziona, ma domani? Innovare è essere leader nel proprio mercato.. Sempre!