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Reti di impresa per l'artigianato digitale: cronaca di un flop annunciato

Pubblicato da in Opportunità ·
Tags: BandoArtigianato digitaleincentivi
Il 20 gennaio 2016 è stato pubblicato il decreto che approva l’elenco relativo all'ordine cronologico di avvio all'attività istruttoria relativa ai progetti presentati per il bando "Reti d'impresa per l'artigianato digitale".
La lista, nonostante una proroga di quasi un mese alla scadenza inizialmente prevista, annovera appena 5(?!) progetti, segno di una generale scarsa appetibilità dello strumento che, essendo finalizzato allo sviluppo economico (come da nome del Ministero stesso), è risultato palesemente inefficace.
Ma qual è la causa del flop di una iniziativa per cui sono stati stanziati oltre 9 milioni di euro (appena uno in meno dei 10 previsti per i voucher per la digitalizzazione delle PMI che, invece, sono privi di copertura e in attesa di partire da quasi 2 anni...)?
Andando a leggere la misura si potrebbe restare stupiti: il Ministero elargisce fino al 70% delle spese di investimento (per progetti di entità tra i 100.000 euro e 1,4Mln di euro) di cui dovrà essere rimborsato solo l'85%, peraltro in 5 anni e a tasso 0.
In pratica c'è un prestito senza interessi (importante in un periodo in cui la liquidità e il credito sono spesso vere e proprie chimere) e persino una quota praticamente a fondo perduto, per finanziare varie tipologie di investimento in campo digitale.
Ora, premesso che già l'abbinamento artigianato e digitalizzazione può sembrare abbastanza ardito, ma vogliamo coglierne la spinta innovatrice e supponiamo di appoggiarlo, vediamo in dettaglio chi erano i destinatari di questo bando.
Potevano accedere alle agevolazioni associazioni, raggruppamenti o reti di imprese, costituite da almeno 15 (!!!!) imprese di cui almeno il 50% (!!!!) rappresentato da imprese artigiane  o microimprese!!!!
Quindi, in una realtà in cui già le imprese artigianali sono spesso ditte individuali in cui al titolare si affianca al più un apprendista e insieme provano a far quadrare al meglio i conti, la trovata è quella di agevolare la costituzione di reti di imprese artigianali (ma perché????) che poi unite dovrebbero finanziarsi un piano di investimento da oltre 100.000 euro... Non solo, ma questo gruppo deve contenere almeno 15 imprese!!! Non una rete di 4, 5 ditte, no, quindici, che solo unite, ovviamente possono pensare di fare un piano di investimento del genere...
E quale sarebbe il vantaggio di favorire una soluzione del genere piuttosto che agevolare la digitalizzazione degli artigiani autonomi? Magari con piani da 5-10.000 euro, molto più realistici e, presumibilmente, appetibili per le realtà italiane in cui è proprio il contesto "micro" che tiene viva l'economia.
Questa necessità di incentivare le reti ha finito con lo svilire quella che poteva essere una interessante opportunità di innovazione nel settore dell'artigianato...





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